Palazzo Vespasiani
Vespasiani Palace

A occidente della piazza spuntano le due deliziose altane che caratterizzano l’elegante silhouette di questo edificio Cinquecentesco. Gli appunti di Lanno Orlandi, meglio noto come Nano i’ Vappo (”Le mie radici”, a cura della Classe 1951, Tip. Menna, Orte, 1990) ci hanno tramandato un bizzarro spaccato della sua storia: “[…]
Sul finire dell’800 il palazzo era di proprietà dell’avvocato Mario Mariani e di sua moglie Enrichetta Pantanella. I due avevano una sola figlia, Maria, che sposò un certo Filippo Santovetti di Grottaferrata, un uomo bellissimo e ricchissimo.” N.d.R.
Cosa che Nano ignorava, è che Filippo Santovetti fu eletto sindaco di Grottaferrata nel 1924 e podestà nel ’29, dopo che la “Legge fascistissima” del 4 febbraio 1926 n° 237, aveva introdotto tale carica abolendo d’un colpo sindaci e giunte comunali.
Il Santovetti è oggi inserito nella schiera di coloro che sfruttarono in maniera talmente sfacciata la posizione raggiunta, da risultare ben più dannosi, per il partito, dello stesso antifascismo N.d.R. “I due ristrutturarono ed arredarono il palazzo […] alla morte dei genitori ereditarono una vera e propria fortuna. In pochissimi anni, questo ingente capitale fu dilapidato, come?
Resterà sempre un mistero, forse dissesti finanziari o debiti di gioco, chissà! È certo però che finirono in povertà. “ NdR È legittimo sospettare che la rovina del “bel Filippo” fu soprattutto legata al crepuscolo del fascismo piuttosto che ad altro N.d.R. “Tutta la loro proprietà, ivi compreso il meraviglioso palazzetto Cinquecentesco, passò ai fratelli Salvatore e Mariano Mariani. […]
Fu diviso dai due fratelli, ed ognuno apportò le modifiche che riteneva giuste per le proprie esigenze.” Nel cortile del palazzo è collocato un bel sarcofago romano di travertino, ritrovato nei primi anni del Novecento dal sacerdote Salvatore Mariani, scopritore della necropoli di Campomorto (vedi n° 23, Necropoli Romana di Campomorto)
To the west of the square, two delightful altane (small rooftop loggias) rise gracefully, defining the elegant silhouette of this 16th-century building. The notes of Lanno Orlandi, better known as Nano i’ Vappo (“Le mie radici”, edited by Classe 1951, Tip. Menna, Orte, 1990), have passed down a curious glimpse into its history:
“[…] At the end of the 19th century, the palace belonged to the lawyer Mario Mariani and his wife, Enrichetta Pantanella. The couple had only one daughter, Maria, who married a certain Filippo Santovetti from Grottaferrata—an exceptionally handsome and incredibly wealthy man.”
Editor’s note: What Nano did not know was that Filippo Santovetti was elected mayor of Grottaferrata in 1924 and later appointed podestà in 1929, following the “Legge Fascistissima” (“Extremely Fascist Law”) of February 4, 1926, No. 237, which abolished mayors and municipal councils in one fell swoop. Santovetti is now considered one of those who exploited their position so blatantly that they ended up harming the party even more than the anti-fascists themselves.
“The couple renovated and furnished the palace […] upon their parents’ passing, they inherited a true fortune. Yet, in just a few years, this vast wealth was completely squandered. How? It will always remain a mystery—perhaps financial mismanagement or gambling debts, who knows! What is certain is that they ended up in poverty.”
Editor’s note: It is reasonable to suspect that “handsome Filippo’s” downfall had more to do with the decline of Fascism than with anything else.
“All their assets, including the magnificent 16th-century palace, were transferred to the brothers Salvatore and Mariano Mariani. […] The two brothers divided the property, each making modifications to suit their own needs.”
In the palace courtyard, there is a beautiful Roman travertine sarcophagus, discovered in the early 1900s by the priest Salvatore Mariani, who also uncovered the Necropolis of Campomorto (see No. 23, Necropoli Romana di Campomorto).

