Cave a Fossa di epoca romana

Cave in Fossa from the Roman era




In un notevole lavoro di puntuale descrizione delle 474 vestigia censite, tra i territori di Soriano nel Cimino, Vignanello, Vallerano e la parte ovest del territorio di Vasanello, nel suo “Ager Ciminius – Carta archeologica d’Italia”, l’archeologo del Cnr Giuseppe Scardozzi enumera 5 cave di peperino proprio sul pianoro di Cesurli in prossimità del Fosso di Santa Rosa.

La nomenclatura delle cave di peperino evidenziate da Scardozzi va dal numero 284 al 289, si riporta la descrizione di quest’ultima: “Ai piedi del pendio che scende da N verso il Fosso di S. Rosa […], è presente un affioramento di peperino di m 15×17, dal quale sono stati cavati blocchi. Sulla base dei solchi (largh. cm 7-8) scavati per l’estrazione e dei vari gradoni prodotti dal distacco dei blocchi, si evince che almeno una parte di essi avesse dimensioni piuttosto grandi, riconducibili al piede romano (cm 60x30x120).

Un’altra area di estrazione si trova m 40 ca più a SO ed occupa una superficie di m 15×6: in essa, grazie ai segni di lavorazione, si riconosce che i blocchi cavati erano alti cm 40, larghi fino ad un metro e lunghi fino a 1,5. […]

Un’ampia zona presso la riva settentrionale del Fosso di S. Rosa è stata interessata, probabilmente in epoche diverse (da quanto è possibile dedurre dai segni visibili) da un’attività estrattiva di materiale edilizio, forse almeno in parte destinato ad essere utilizzato negli insediamenti rustici di epoca romana di cui si rinvengono sporadici resti su Poggio Pastine e nelle zone vicine. Nell’area, oltre a cave di peperino, sono concentrati anche punti di estrazione di pozzolana.”

“In a remarkable work of detailed description of the 474 surveyed archaeological remains, among the territories of Soriano nel Cimino, Vignanello, Vallerano, and the western part of Vasanello, in his Ager Ciminius – Carta archeologica d’Italia, CNR archaeologist Giuseppe Scardozzi lists 5 peperino quarries located on the Cesurli plateau near the Fosso di Santa Rosa.


The nomenclature of the peperino quarries highlighted by Scardozzi ranges from number 284 to 289. Below is the description of the latter:
‘At the foot of the slope descending northward toward the Fosso di Santa Rosa […], there is an outcrop of peperino measuring 15×17 meters, from which blocks have been quarried. Based on the grooves (7-8 cm wide) carved for extraction and the various steps resulting from the detachment of the blocks, it is evident that at least some of them were rather large, corresponding to the Roman foot (60x30x120 cm).
Another extraction area is located about 40 meters to the southwest and covers a surface of 15×6 meters: here, the marks of quarrying reveal that the extracted blocks were 40 cm high, up to a meter wide, and up to 1.5 meters long. […]


A large area near the northern bank of the Fosso di Santa Rosa was likely subject to quarrying activities at different times (as can be inferred from the visible marks) for building materials, possibly intended, at least in part, for use in the rural settlements of the Roman period, of which sporadic remains are found on Poggio Pastine and in nearby areas. In this area, in addition to peperino quarries, there are also concentrated points of extraction of pozzolana-type soil.'”